Fake Sea

Maree

Tutto quello che leggevo,
tutto quello che sentivo,
tutto quello che vedevo…
era il punto di partenza di un sogno.
F. Pessoa

L’andirivieni del mare che avanza, si ritira e ritorna, affascina chiunque; a maggior ragione un artista come Luciano Puzzo che è abituato a prendere spunto dal fenomeno per affondare le mani nelle chimere che ogni ricercatore coltiva e che non attendono altro per affiorare e prendere la parola.

Con Fake Luciano Puzzo si tuffa nel fenomeno. Il fenomeno è l’Antropocene e i disastri ad esso connessi. Nella “prima fase” della riflessione, oggetti diversi inquinano le acque e le creature che vivono negli abissi. Queste mantengono ancora però il loro fascino, un fascino demandato alle seduzioni della pittura. Immediatamente dopo la plastica inizia ad operare in modo totalizzante e si impadronisce del mare ingabbiandolo e tuffandolo in un vicolo cieco. Infine, apocalitticamente,  nel “terzo ragionamento”, il mare, fatto a brani, viene inscatolato per essere venduto al demone mercato. A questo punto la pittura (detentrice della bellezza) muore e rimane il “concetto” che serve all’artista per l’ultima “dissolvenza”, la più tragica, quella post-umana, cioè quella disumana.

Robertomaria Siena

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